Il creatore di Telegram Pavel Durov ha appena diffuso, tramite il suo canale Telegram ufficiale (@durov), un chiarimento in merito alla recente notizia pubblicata da Reuters, secondo cui oltre 15 milioni di account di utenti Telegram sarebbero stati violati.
La notizia riguarda un gruppo di hacker iraniani che avrebbero sfruttato una falla di Telegram per accedere ai contatti di 15 milioni di utenti. In realtà, precisa Durov, gli hacker sono stati soltanto in grado di verificare o meno l’esistenza di tali account, senza quindi poter accedere ad alcun dato riservato (ovvero conversazioni, contatti né documenti scambiati).
Non solo: Telegram ha recentemente implementato un limite di richieste per impedire ulteriori attacchi di questo genere.
Un altro rischio saltato nelle scorse settimane agli onori della cronaca riguarda invece l’intercettazione degli SMS: alcuni operatori telefonici, specialmente degli Stati Uniti, hanno procedure di sicurezza molto scarse che permettono a chiunque di impossessarsi temporaneamente della SIM card di un altro utente, e quindi di accedere all’account Telegram.
Si tratta in questo caso di un problema degli operatori telefonici stessi, e non di Telegram in particolare: intercettare gli SMS di un’altra persona significa poter accedere anche a qualsiasi altra applicazione che faccia uso del numero telefonico come sistema di accesso (WhatsApp, Facebook Messenger, ecc.). Per ovviare a questo problema, Telegram ha introdotto la sicurezza in due passaggi: da Impostazioni > Privacy e Sicurezza è possibile inserire una password che sarà richiesta ad ogni accesso a Telegram su un nuovo dispositivo. In questo modo, anche clonando la SIM card, non sarà possibile accedere all’account senza conoscere la password.
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