Era un mercoledì di agosto del 2013, per l’esattezza il 14. In quella data Pavel Durov stava pubblicando sull’App Store di iOS la prima versione di Telegram. Chi avrebbe mai immaginato, allora, che sarebbe diventata una delle app di messaggistica più usate?
Sono passati quattro anni da quella data, e in questo lungo tempo l’app si è evoluta ed è cresciuta, affiancata da sempre più versioni, ufficiali e non, per i diversi sistemi operativi: Android, Windows Phone, la versione desktop per Linux/Mac/Windows, una versione nativa per Mac OS, per non parlare di Telegram Web e della versione da terminale, riservata ai più nerd di tutti.
In questi anni sono nate decine e decine di fork, cioè versioni non ufficiali realizzate dagli utenti. Tali “remix” hanno a volte introdotto funzionalità aggiuntive per gli utenti più esigenti, altre volte comodità che sono poi state introdotte nella versione ufficiale. Tutto questo è stato possibile grazie al fatto che il progetto di Telegram sia open-source, ovvero basato su un codice sorgente leggibile (e modificabile) da chiunque.
In un oceano di app di messaggistica, Telegram si è sempre contraddistinta per la tenacia con la quale protegge la privacy degli utenti. Come ha recentemente ribadito Pavel Durov, infatti, Telegram ha fornito, dalla sua fondazione, esattamente zero byte di dati degli utenti ai governi. Non si può certo dire lo stesso di equivalenti come WhatsApp e Facebook Messenger!
Telegram in questi anni ha poi introdotto innovazioni che le app concorrenti hanno prontamente copiato: i set di sticker, le GIF animate, i bot che permettono di interagire sia come se fossero interlocutori in chat, sia direttamente dalla casella di scrittura del messaggio. Insomma, per parafrasare la Settimana Enigmistica, Telegram è l’app che vanta innumerevoli tentativi di imitazione!
La creatura di Durov si è poi anche posta in concorrenza diretta con Skype, introducendo le chiamate vocali. E l’innovazione non si ferma: recentemente è stata introdotta la possibilità di pagare tramite i bot ed è anche stata migliorata — grazie al contributo di migliaia di utenti — la Instant View, ovvero la funzione che permette di visualizzare istantaneamente un articolo o una pagina web senza dover caricare tutto l’intero sito.
Quali sorprese ci riserverà il futuro? Riuscirà Telegram a scavalcare tutti i concorrenti e a imporsi come standard de facto della messaggistica, cioè a occupare quella posizione che — dobbiamo ammetterlo — oggi è rivestita da WhatsApp?
Staremo a vedere le prossime ideazioni di Durov e del suo team. Intanto, buon compleanno Telegram!
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