Scontro tra Pavel Durov, fondatore di Telegram, e Apple, che ha obbligato Telegram a rimuovere l’integrazione con i giochi, pena la rimozione dall’App Store.
A ottobre dell’anno scorso, infatti, Telegram ha presentato i giochi, ovvero un sistema tramite cui i bot possono avviare piccole applicazioni scritte in HTML5.
Si tratta di passatempi molto semplici, che ricordano un po’ i giochini Flash che andavano di moda nei primi anni 2000. Tra i bot di maggior successo vi è quello di Gamee, un servizio dedicato appositamente ai giochi HTML5.
Durov ha risposto su Twitter a un utente che chiede come mai ora su iPhone i giochi si aprano dentro a Safari, il browser di sistema, e non più all’interno di Telegram. Questa è stata la risposta di Durov:
@Sw_novato @telegram Apple forced us to downgrade HTML5-games or be kicked out of AppStore. The fact that FB is doing the same and more they consider irrelevant.
— Pavel Durov (@durov) 19 maggio 2017
Perché Apple ha costretto Telegram a rimuovere l’integrazione con i giochi HTML5? Apple impedisce la pubblicazione di app che fungano da store di applicazioni; interpretando questa norma con molta fantasia, si potrebbero paragonare i bot dei giochi come piccoli app-store all’interno di Telegram.
La ferrea vigilanza su tutto ciò che viene pubblicato nell’App Store è sempre stata croce e delizia per gli utenti Apple: da un lato evita la presenza di software malevolo o di pessima qualità, dall’altro, tuttavia, riduce le possibilità di innovazione per gli sviluppatori, come in questo caso.
È curioso notare, però, che Facebook offra un analogo servizio di bot integrati, e questo ad Apple vada bene.
Così, a un utente che chiede se si tratta di una decisione definitiva, Durov risponde consigliando di dare l’addio ad Apple e acquistare un Android!
@Afsal181 @Sw_novato @telegram @AppleSupport @Apple There is. Here’s a possible solution for you: buy a Galaxy S8 (the equivalent of a future iPhone 8s) and forget about Apple’s limitations.
— Pavel Durov (@durov) 20 maggio 2017
Vedremo se Apple cambierà opinione, visto il trattamento di favore nei confronti di Facebook.
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